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      7° Dicesi poi semioscillazione il moto, pel quale il pendolo scorre dalla obliqua, donde discende, fino alla verticale.
      8° Si denomina ampiezza di oscillazione l'angolo formato in una oscillazione dalle due posizioni estreme del filo.
      9° Siccome in un pendolo composto le masse o le particelle pesanti del filo più prossime al centro di sospensione sono ritardate nel loro moto dalle più remote, e queste sono rese più celeri da quelle; così vi è un punto intermedio, che dondola come se fosse libero. Questo punto è detto il centro di oscillazione.
      10° In un pendolo semplice si chiama lunghezza la distanza che passa fra il centro di sospensione ed il peso.
      11° In un pendolo composto dicesi lunghezza la distanza fra il centro d'oscillazione ed il centro di sospensione.
     
      II. PROPOSIZIONI. 1° In ogni oscillazione il moto del pendolo prima è difformemente accelerato, e poi è al modo stesso ritardato.
     
      Dichiarazione. Consideriamo un pendolo semplice CM (fig. 93.); e prescindiamo da ogni resistenza al moto. Innanzi tutto premetteremo, che se esso non trovasi col suo filo nella direzione CM della gravità, ma su di una linea obliqua CK, dovrà muoversi: perchè in tal caso la forza della gravità, che anima il punto ponderabile M, non è del tutto paralizzata dalla resistenza del punto fisso. Infatti la detta direzione venga rappresentata da KP, e la sua intensità sia misurata da KA: inoltre questa KA si decomponga in due forze, una delle quali operi, nella direzione KB del filo, e l'altra KD riesca normale alla prima.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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