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      Poichè si suppone che il filo non si trovi nella direzione della gravità, KB sarà differente da KA, e l'altra componente KU avrà un valore apprezzabile. Ma la sola KB è elisa dalla resistenza del filo, e del punto fisso: resta dunque efficace la KD. Dunque il pendolo si muoverà in virtù della componente KD. A ritrovare il valore di questessa si avverta, che la KD è seno dell'angolo DAK relativamente al raggio AK. Ciò posto, questa AK chiamisi g, e si denoti con l'angolo DAK = AKB = MCK, cioè l'angolo formato dal filo CK colla CM Avremo DK = g sen. alfa? E poi evidentemente la DK è la gravità relativa, e questa, come sappiamo (33. II), è uguale al prodotto che s'ottiene, moltiplicando la gravità assoluta pel seno dell'angolo formato dalla direzione della stessa gravità assoluta con quella della pressione. Ma se g è una forza costante, non è costante l'angolo alfa, il quale diviene tanto più piccolo, quanto più il filo CK s'approssima alla verticale. Dunque il moto del punto ponderabile, perchè si avvia verso la retta giacente nella direzione della gravità, sarà bensì accelerato, perchè è animato da una forza continua; ma non uniformemente, perchè questa forza continua non è costante. Giunto peraltro il grave sulla CM dovrà risalire dall'altra parte all'altezza medesima. Imperocchè il moto di un pendolo è analogo a quello di un corpo, che discende per un arco circolare resistente. Ora un grave, che discende per un tale arco, à da per tutto (33. III. 8°) la velocità stessa, che ivi avrebbe acquistata cadendovi per una verticale; e la velocità che viene conferita dalla gravità è appunto (32. II. 3°) quella che fa risalire il grave all'altezza medesima, da cui esso discese.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





CM Avremo DK