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      Si prenda un pendolo poco differente da uno semplice, come quello di Borda, che è formato da una lente assai pesante di platino appesa al più sottil filo, che possa sostenerla, ed è scorrevole lungo il filo. Quindi si faccia oscillare il pendolo composto, di cui si cerca la lunghezza, e alle sue oscillazioni si rendano sincrone quelle del Borda col variarne la lunghezza. Questa è la lunghezza cercata. Or bene: da accurate e molteplici osservazioni risulta che la lunghezza del pendolo a secondi è alla latitudine 45° millimetri 993,5, all'equatore 991, allo Spitzberg, cioè alla latitudine quasi 80°, è 996. Il che mostra come diminuisca il peso colle latitudini; e concorda con ciò che fu detto nella Prima Sezione della Parte sperimentale (19. III.3°.)
      2° È cosa conosciuta che una delle più gravi difficoltà da superarsi, affinchè gli orologi sieno esatti, è quella di farli procedere con moto equabile e sempre uniforme. Or bene: scoperto che fu da Galileo l'isocronismo del pendolo, Huyghens propose nel 1657 di applicarlo come regolatore agli orologi fissi; e pochi anni appresso fu ingranata alle ruote degli orologi portatili un'altra ruota, chiamata bilancere, la quale oscillando intorno al suo perno ne moderasse il movimento(20.)
      3° Le oscillazioni del pendolo ordinario, vale a dire circolari, sono isocrone solo nel caso di archi assai piccoli; ma quelle per archi cicloidali sono isocrone qualunque ne sia l'ampiezza. È la cicloide (fig. 96.) una curva piana (ABCDE) generata dal moto di un punto (A) di una circonferenza circolare, la quale senza uscire dal suo piano e senza strisciare ruzzola sopra una linea retta (HK); che si chiama la base.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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