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      Ma la rotazione diurna cangia affatto il risultato della accennata attrazione. Vediamolo. KNHN' (fig. 121.) rappresenti l'intersezione dell'eclittica colla Terra, ENQN' l'equatore terrestre, NN' l'intersezione dell'equatore coll'eclittica, o la linea dei punti equinoziali: inoltre il Sole stia dalla parte di K, e la Terra giri nel senso delle frecce. Un dato punto A di equatore, per la rotazione, deve scorrere in un tempetto piccolissimo l'archetto AB; ma, attratto com'è in giù dal Sole, è spinto a percorrere la retta AS: e però dovrebbe esso correre per AR diagonale del parallelogrammo ABRS, l'equatore porsi nella giacitura RAn, l'obliquità KNQ dell'eclittica diminuire, ed il punto equinoziale N retrocedere in n. Ma un altro punto F equatoriale, collocato dalla parte del Sole, e discendente per FG verso l'eclittica, per la stessa azione solare sarà sospinto in basso secondo FT, e dovrà in ultimo risultato procedere secondo la diagonale FV: con che verrà ad ingrandirsi l'angolo KN'Q, ed a retrocedere il punto equinoziale N' sino ad n'. Per la qual cosa le azioni esercitate dal Sole sulle dette due particelle, quanto a sollevarle o deprimerle, elidonsi a vicenda e riescono inefficaci; ma quanto a far retrocedere i punti equinoziali, si addizionano, e producono l'effetto. Accade il medesimo per le particelle poste nella regione NEN' nascosta al Sole. Quindi la precessione degli equinozii. Perchè l'inclinazione dell'equatore all'eclittica rimarrà costante, ma lungo quest'ultima scorreranno i punti equinoziali.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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