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      Ove poi il menisco sia convesso (fig. 141.), le sue molecule sono parimente in equilibrio pel contrasto delle tre forze sopra nominate; ma le molecule inferiori non risentono l'attrazione, che sarebbe esercitata da quelle, che empirebbero lo spazio ghik senza l'azione capillare. Quindi è che la pressione sopra un sottoposto strato orizzontale mn è maggiore nell'interno del tubo di quello che sarebbe, se lo spazio ghik fosse pieno: e perciò quello strato dovrà abbassarsi fino al punto, che la pressione interna uguagli la esterna po in qualunque suo elemento.
      4° Insomma il liquido non potrà rimanersi in equilibrio, se non dopo essersi sollevato o depresso nel tubo capillare tanto, che il peso della colonnetta liquida, più alta internamente o esternamente, compensi o l'eccesso di azione attrattiva delle molecule sollevatesi intorno alla parete, o il difetto di quelle, che mancano per essersi raccolte in se medesime. Ma le azioni di queste due forze, come dimostra coll'analisi matematica il Laplace, sono in ragione inversa dei diametri dei tubi capillari. Dunque le altezze, a cui il liquido interno ed esterno si trova, debbono essere nel rapporto medesimo; com'è di fatto.
      5° Se non che, come fa avvertire Poisson, in questa teoria è trascurata quella rapida variazione di densità, che il liquido soffre nella sua superficie libera. vicino alla parete del tubo; senza cui i fenomeni capillari non avrebber luogo. Dal che il medesimo deduce che i fatti di capillarità sono dovuti all'azione moleculare modificata non solo dalle curvature delle superficie; ma sì ancora dallo stato particolare dei liquidi alle loro estremità.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





Insomma Laplace Poisson