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      La velocità di questo secondo moto non dipende dall'urto maggiore o minore che riceve l'aria, o dalla escursione più o meno grande, più o meno rapida della lamina; ma dalla densità del mezzo, e dalla sua elasticità: anzi, secondo Newton (65. I. 4°), è in ragione diretta della radice quadra dell'elasticità, ed inversa della radice pur quadrata della densità. Il moto poi, che concepisce l'aria è una vera oscillazione; per la quale, andando ora di qua ed or di là, dà origine alle condensazioni ed alle rarefazioni. E la velocità maggiore di tali oscillazioni dipende dalle escursioni più ampie della lamina, le quali fanno sì che l'aria più strettamente si stivi nelle onde condensate, e più largamente si espanda nelle rarefatte.
     
      II. COROLLARII. Dalla superiore avvertenza discendono due importanti corollarii.
      1° Dunque l'effetto dell'oscillare più celere del disco è produrre nell'aria ondulazioni più corte. Perchè l'estensione di ciascuno degli strati, affetti da una delle fasi delle condensazioni o rarefazioni, dipende necessariamente dal tempo impiegato dalla paletta a fare l'intera escursione. E infatti essendo nel medesimo mezzo costante la velocità di propagazione, se l'oscillazione della lamina si compie in un tempo più lungo, la condensazione sarà giunta più lontano quando principia a formarsi la rarefazione: e viceversa. Per conseguenza la frequenza delle oscillazioni del disco produce, a parità di velocità di propagazione, onde meno lunghe, e maggior frequenza di colpi dell'aria ondulante su di un dato ostacolo.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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