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      Dunque l'ampiezza maggiore delle oscillazioni del disco rende più stivate le onde condensate, e più dilatate le rarefatte. Imperocchè le oscillazioni più ampie dànno urti più forti all'aria: la quale perciò durante il medesimo tempo dee ristringersi in più breve spazio, e quindi allargarsi in uno maggiore. Il che produce maggior velocità al moto di oscillazione dell'aria, che va e viene per addensarsi e dilatarsi, e colpi più violenti dell'aria stessa sugli ostacoli, cui incontra.
     
      III. ALTRI SCOLII. 1° Le oscillazioni del disco rappresentano in grande le vibrazioni delle molecule di un corpo sonoro; ed anche le oscillazioni, che in conseguenza vengono compiute dalle molecule dell'aria considerata come veicolo de' suoni. Ora (fig. 194.) posto che un corpicciuolo, o una piccola sferetta, alternamente s'ingrossi e s'impiccolisca, cioè aumenti e diminuisca in diametro; nello spazio, da cui esso è circondato, debbono formarsi tanti strati concentrici di aria alternamente più o meno densa dell'ordinario. I quali strati costituiranno tante ondulazioni, che sotto forma di croste sferiche concentriche diffondonsi e propagansi tutto intorno al corpo sonoro. Per conseguenza il suono si propaga per ogni verso, e si propaga per linee rette; ed i raggi fonici seguono l'andamento dei raggi geometrici delle dette croste sferiche costituenti le onde sonore.
      2° È manifesto che i suoni prodotti da vibrazioni più ristrette debbano originare nell'aria delle condensazioni, e delle rarefazioni più piccole.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329