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      Sebbene a dir vero gli accessi non bastino per sè soli, e debbasi aver riguardo anche alla forza riflettente dei ponderabili: tanto che, se tal forza sia energica assai, possono essere riflesse anche le molecule, che sono nel cominciare o nel finire del periodo di facile trasmissione e viceversa. Quindi è che la riflessione speculare avviene dopo che la luce à traversato una spessezza sufficiente d'aria, e prima che le sue molecule giungano al corpo riflettente: la diffusione poi nasce dalle molecule, che penetrando nel corpo sono riflesse ad una certa profondità. Inoltre le lunghezze degli accessi sono minori pei raggi più rifrangibili, e variano col passare dei raggi da un mezzo ad un altro: lunghezze che Newton ricavò dalla grossezza del mezzo, in cui si riflette o trasmette il raggio di un colore qualunque. Indicata quindi con g la spessezza che produce la riflessione di una qualche specie di raggi, lo stesso raggio conserva la tendenza ad essere riflesso da tutte le grossezze rappresentate da 3g, 5g, 7g, ecc., e ad essere trasmesso alle distanze 2g, 4g, 6g, ecc. Ma l'una o l'altra tendenza non à il suo effetto che presso la seconda superficie: dacchè in questa, che è in contatto col mezzo adiacente, sono riflesse le particelle lucide, le quali trovansi in un accesso di facile riflessione; e le altre, che sono in quello di facile trasmissione, si rifrangono passando nel detto mezzo.
      3° Per dar ragione dei colori supponesi I. che i corpi per la porosità risultino da molti piccolissimi gruppi di particelle; II. che tali gruppi rifrangano la luce più del mezzo frappostovi; III. che in ciascuno di essi la riflessione e la trasmissione avvenga come nelle lamine sottili.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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