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      È a questo difetto che s'intende por riparo per mezzo dei così detti pendoli a compensazione e delle lamine chiamate compensatrici. Per intenderne l'utilità conviene principiare dall'avvertire che, quando la lente o la massa pesante del pendolo è greve assai, può considerarsi come nullo il peso dell'asta; e però il centro di gravità (10.) del pendolo coinciderà col centro di figura della lente. Per la qual cosa nel centro stesso di figura starà il centro di oscillazione (34. I. 9°); e la lunghezza (34. I. 11°) vera del pendolo dovrà variare, a seconda che si solleva o si abbassa il centro di figura della lente, o il centro di gravità del sistema.
      Un metodo bastantemente semplice è quello della compensazione a mercurio, proposto da Graham. Consiste esso (fig. 95.) nel sostituire alla lente del pendolo un vase cilindrico, nel quale si colloca tanto idrargiro, che il centro d'oscillazione del pendolo coincida, quanto più esattamente si può, col punto medio della colonna del liquido. Ora col dilatarsi dell'asta che porta il detto vase, il fondo di questo, e per conseguenza anche l'idrargiro e il centro d'oscillazione tende ad abbassarsi: ma poichè frattanto il livello del liquido per la sua dilatazione tende a sollevarsi, così può ottenersi che tale sollevazione sia doppia dell'abbassamento del fondo del vaso. Allora il centro di gravità del mercurio rimarrà alla stessa distanza dal centro di sospensione, e la lunghezza del pendolo non sarà alterata.
      Giuliano Leroy à proposto un compensatore (fig.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





Graham Leroy