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      (21) Quando nel 1851 furono istituite a Parigi, e ripetute qui ed altrove le sperienze della deviazione del pendolo, si assegnò una lieve e costante differenza fra la deviazione empirica, e la teorica. Ma avendo io misurato gli archi di deviazione con un metodo assai più esatto di quanti sieno stati (per quel che io ne sappia) antecedentemente adottati, mi sono dovuto convincere che la detta differenza è da principio minore, ma successivamente crescente. Gli altri misurarono gli angoli dalla larghezza della breccia, fatta sopra un anello circolare di cenere dalla punta metallica sottoposta alla massa pesante, e dall'ampiezza di escursione dell'imagine del filo metallico prodotta nel campo di un canocchiale. Prescindendo da ogni altra cagione d'inesattezza, che (come ognuno di leggieri s'accorge) dev'essere inevitabile in queste maniere di misurazione, si rifletta che le oscillazioni del pendolo vengono mano a mano restringendosi, e che presto il filo si mette a scorrere sulla superficie di un cono a base d'ellisse sempre meno eccentrica. Il metodo da me immaginato è il seguente. Si solleva dal suolo sopra quattro piedi ben fermi un parallelogrammo orizzontale solido ABCD (fig. 127.), i cui lati più lunghi sono paralleli al piano del meridiano, e servono di guida a due corsoi, che possono trasportarsi parallelamente a se stessi fino al mezzo del parallelogrammo. Tanto le due guide AB, CD, quanto i due corsoi mn, rs sono muniti di scale millimetriche, ed in mezzo al parallelogrammo passa il filo del pendolo P, quando questo è in equilibrio.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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