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      (25) In questi ultimi anni sono stati ideati da valenti Fisici italiani varii barometri fondati sul principio d'Archimede, ed assai utili per la Meteorologia. Nel fine del 1857 il ch. p. Secchi avea fatto rivivere e perfezionato il barometro a bilancia; che fu già proposto non si sa bene da chi, forse da Giovanni Minotto, o da Fontana, o da Wallis. Nel quale barometro (che è a vaschetta) la canna è mobile, superiormente rigonfiata, ed appesa ad un braccio di leva; di cui l'altro braccio è ad angolo, e carico di un contrappeso, che à l'ufficio di mettere la leva in posizione orizzontale, quando l'atmosfera esercita la pressione media.
      È chiaro che il prisma d'idrargiro, il quale à per base la bocca della canna, è sostenuto dalla pressione atmosferica, e non dà nessun carico alla leva. Ma venendo ad annientare la pressione, la canna tende a tuffarsi maggiormente nella vaschetta per due forze: una è la pressione stessa, che esercitasi sul cielo della canna, l'altra è il peso di quell'anello di idrargiro, che è salito nel tubo e gravita sul fondo anulare del suo rigonfiamento. Accade l'inverso quando la pressione atmosferica diminuisce. In ogni caso l'equilibrio è rotto; ma presto verrà a ristabilirsi: perchè il braccio ad angolo porta da sè il peso a maggiore o minore distanza dal fulcro (come si fa colla mano nella stadera), ed anche in piccola parte perchè una porzione del tubo s'immerge od emerge dall'idrargiro della sottoposta vaschetta. S'intende facilmente come l'annessione di un lungo indice a leva con lapis renda questo barometro atto a segnare in più ampia scala sopra una carta, che scorre sotto il lapis lentamente ed equabilmente, le variazioni della pressione atmosferica, in tante linee curve.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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