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      Conviene essere indulgenti, in quanto alle belle arti, sopra tutto ciò che adesso ferisce spiacevolmente i nostri sensi. V’è ragione di presagire, che fra poco non ci si penserà più, e che tutto sarà trovato bello, tutto armonico, tutto piacevole. Non vi sarà forse che qualche accigliato misantropo, che in giorno di festa osservando questo delizioso passeggio e questo nuovo edifizio, oserà ancora ripetere:
      Quando appar galanteria,
      Il buon senso fugge via.
      Feste per la prima vittoriaDE’ VENETI.
      Mentre le isole venete godevano pace e prosperità sotto il Ducale Governo, tutto il resto dell’Italia era diviso ed oppresso da Greci e Longobardi. Questi tenevansi i popoli soggetti, parte tiranneggiandoli essi medesimi, e parte secondando alcuni potenti Duchi, che la facevano da despoti. I Greci colla loro pessima condotta fomentavano i tumulti e le discordie fra i popoli. Verun rispetto non ispiravano i loro Imperatori, sia per gli ordini che mandavano, che per la scelta de’ Ministri. Gli Esarchi stessi, che pure esser dovevano i rappresentanti di que’ monarchi, non sapevano nè far onorare quelli, nè farsi essi medesimi temere, giacchè spesso contenti di arricchire a spese delle città soggette, d’altro punto non si curavano. I Ravennati si tenevano per superiori d’assai ai Romani e Napolitani, perchè fra loro riseduto avevano gli ultimi Imperatori, e vi risedevano tuttavia gli Esarchi: dal canto loro e Romani e Napolitani odiavano i Ravennati, male sofferendo di venire sprezzati da chi per solo vantaggio di tal prerogativa prostravasi vilmente, e di buona voglia tanto a’ Greci che ai Longobardi.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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