Pagina (41/712)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli diceva bene; ma come rompere una pace sì vantaggiosa, segnata poco fa con Luitprando? In quale stato miglior di prima trovavasi la Repubblica, per arrischiarsi di stuzzicare questo possente vicino, le cui armi circondavanla presso che da ogni parte? Non era da dubitare che rivolgendo noi le nostre forze contro i Longobardi, questi tosto sfogherebbero l’odio loro sulle Isole, le quali per ciò esposte resterebbero a gravi pericoli, prima che giunger potessero ajuti dall’Oriente. Inoltre come determinarsi a favorire un imperatore, che tutto faceva per istabilir l’eresia, quel Leone che persino spedito avea emissarj per far assassinare il Sommo Pontefice? Dall’altra parte però osservavasi essere di minor danno all’Italia, che due potenze la dividessero, piuttosto che una sola e superba, com’era quella de’ Longobardi, unicamente la signoreggiasse. Tolte le insegne imperiali da Ravenna, que’ Barbari non mancherebbero di tentar ogni via per sottopporre a sè tutte le altre provincie, e le stesse Isole Venete correrebbero simil sorte, tuttochè allora in pace con essi; mentre la gloriosa libertà, di cui godevano, era un perpetuo rimprovero della loro tirannide, ed un motivo possente di attirarsi il loro odio. Riguardo poi all’Imperatore, dicevasi, che ricuperata in tal modo Ravenna, eravi a sperare, ch’egli s’inducesse ad annullare l’empio decreto contro le Sacre Immagini; o almeno potevasi tener per fermo, che grandi profitti egli avrebbe accordato ai nostri pel commercio nelle sue provincie.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Luitprando Repubblica Longobardi Isole Oriente Leone Sommo Pontefice Italia Longobardi Ravenna Barbari Isole Venete Imperatore Ravenna Sacre Immagini