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      Ma qual che si fosse la festa, parve sempre di poco momento ai nostri avi per isfogare la loro esultanza, e perciò pensarono d’innalzare un tempio al nuovo Protettore, in cui riporre il suo venerabile Corpo. Il luogo scelto a quest’oggetto fu quello dove stava la picciola chiesa di San Teodoro, che sino allora era stato il solo Santo tutelare de’ Veneziani. Ottima fu la scelta del sito, venendosi in tal guisa a congiungere il nuovo tempio al palazzo Ducale già intrapreso, e adempiendosi così l’avvertimento del Salmista, il quale vuole, che la giustizia sia strettamente legata colla pace e colla religione. L’edifizio fu assai presto terminato, se non che nell’anno 976 un terribile incendio il ridusse quasi tutto in cenere. Alcune ragioni politiche e divote concorsero a far considerare questo accidente come un favore speciale della Provvidenza; e sull’istante fu decretato, che si costruisse un tempio, il quale superasse ogni altro in nobiltà, ricchezza e buon gusto. Quindi si consultarono i migliori artisti di ciascun paese, benchè non ne mancassero in Venezia di eccellenti; ma quando trattasi di cosa di somma importanza, è sempre miglior consiglio il raffrontare le opinioni e le idee di molti. E perchè le belle arti tenevano a que’ giorni il loro regno in Costantinopoli, di là si chiamarono li più rinomati professori, e fu loro ordinato di formare il disegno di un tempio, che a qualunque costo riuscisse senza pari al mondo. L’ordine fu eseguito, il disegno approvato, e la grand’opera ebbe principio nel 977 sotto gli auspizi del Doge Pietro Orseolo.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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