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      Egli seguivali con fischi, con urli, che interrompevano la sacra funzione, e col lanciare loro addosso una pioggia di navoni, il che diede motivo nel 1349 ad un decreto del Maggior Consiglio a favore delle statue di legno: decreto che ci porge una distinta idea del carattere e dei costumi di allora. In esso viene proibito il lanciare, durante la Festa delle Marie, navoni, rape e cose simili sotto pena di soldi cento di amenda, somma a que’ giorni importante. Per questa legge ebbero fine i popolari trasporti ma non isvanì il disprezzo conceputo per quelle nuove figure. E perciochè non evvi mai cosa che valga a distruggere un sentimento interessante, la plebe si vendicò del freno impostole dal decreto contro i navoni, col sostituire ad essi un proverbio, che anche in presente dura, chiamando Maria di legno qualunque femmina, che sia magra fredda ed insulsa.
      Le luttuose vicende della guerra di Chioggia 1379 furono cagione, che si sospendessero i Ludi Mariani i quali non vennero più ristabiliti, sia perchè delle immense somme che costavano si fece un uso migliore per lo Stato; sia forse anco per lo sconcerto morale che andava crescendo ognora più. Di tutte le cerimonie della funzione non restò negli ultimi tempi della Repubblica, che l’annua visita del Doge a Santa Maria Formosa.
      Se il racconto per me fatto del rapimento delle spose Venete non avesse soddisfatto appieno alla curiosità dei miei lettori, ponno essi ricorrere a parecchi scrittori, che trattarono lo stesso soggetto in prosa ed in verso.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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