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      Ecco l’origine vera, o l’epoca incontrastabile della famosa visita, che il Doge faceva al mare. Lasciamo pure alla fervida fantasia straniera l’attribuire la sua instituzione al fine politico di tener con essa gli animi de’ cittadini distratti dalle interne discordie, che potevano a quella stagione dell’anno più vive emergere, per esser tempo di mutazioni di cariche, e di potere insieme, in mezzo all’ebbrezza del comun giubilo strappar meglio i segreti del popolo, spiarne la condotta, conoscerne i cuori. Chi mai udì dire, che solo in maggio si cambiassero le cariche? Quale fra’ detrattori del nome Veneto immaginò mai più bizzarro impasto di assurde calunnie e di ridicolaggini?
      Per lo spazio di 180 anni si celebrò, a quel modo che abbiamo detto, la Festa. Al terminar di questo periodo, ne’ diciasette ultimi anni, l’impero cristiano venne conturbato dallo scandalo di uno scisma, che nacque dall’elezione di due Pontefici, i quali egualmente pretendevano al Triregno. Alessandro III era stato eletto Papa dai voti unanimi del Conclave; ma l’Imperator Federico Barbarossa per l’odio che gli portava, fece proclamarne un altro da due Cardinali. Indi con suo decreto bandì Alessandro dall’Italia, e scagliò minacce contro chiunque avesse osato prendere le sue parti. Allora fu che si videro e Vescovi, e Prelati, e persino il Sommo Pontefice, venire a Venezia per rifuggirvisi. Quando si seppe il di lui arrivo, gli furono resi tutti gli onori, ed ognuno spiegò la più viva brama di vederlo rimesso alla venerazione del mondo cristiano.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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