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      Seguivano a lento corso il Bucintoro numerose Galee, non solo per aumentar la pompa dello spettacolo, ma più ancora per richiamare alla memoria de’ veri patriotti, che segnatamente su simili bastimenti gli Avi nostri, mercè delle più ardite navigazioni, e delle imprese le più difficili, avevano portato la Patria all’apice della gloria, mentre le potenze marittime, che sono grandi oggidì, radevano appena con batelli le coste de’ fiumi.
      Certe grosse barche dorate del Dominio seguivano dappresso il Bucintoro. Esse in questo giorno, ed anche in qualche altro solenne, servivano a comodo del Patriarca e degli Ambasciatori.
      Aumentavano il corteggio lancie, canots, caicchi spettanti agli Uffiziali di mare; e tutti questi legni erano sfarzosamente apparecchiati.
      Il Doge de’ Nicolotti, cioè degli abitatori della contrada di San Nicolò, aveva esso pure una barca particolare per sè. Questo capo di una classe utilissima di que’ pescatori, che abbiamo veduto figurare come rimorchianti, godeva molti privilegi, fra i quali avea l’onor di seguire il Bucintoro, e di sopravvegghiare a’ suoi subalterni.
      Anche i capi principali dell’arte Vetraia e delle Conterìe, dalle quali arti traevasi un grandissimo vantaggio nel commercio, avevano il privilegio in tal giorno di accompagnare il Doge. Seduti in una peota ornata a loro spese, avevano l’ambizione di farsi osservare ed ammirare per il buon gusto e per la molta magnificenza. Ed in vero eravi sempre motivo d’applaudir vivamente all’industria di questi ingegnosi ed utilissimi abitatori dell’isola di Murano.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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