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      Nello stesso tempo seguì il primo viaggio dei due fratelli Veneziani Nicolò e Maffeo Polo nella Tartaria e nella China; è vent’anni appresso il viaggio secondo, nel quale si unì a loro compagno il celebre Marco Polo figlio di Nicolò. Questi per verità nella descrizione dei suoi viaggi non parla di bussola; ma dond’è, che l’opinion comune vuole ch’egli fosse il primo a portar quest’invenzione dalla China, ove da gran tempo era nota, e a divulgarla in Europa? Non sempre le tradizioni volgari vogliono essere poste nel ruolo delle favole. Che se al nostro Polo non si volesse intorno a ciò accordare qualche merito, niuno per certo contenderà ad un altro Veneziano, vo’ dire a Sebastiano Cabotta, l’insigne scoperta dell’ago magnetico: scoperta che diede l’ultima perfezione alla bussola.
      Or che si dirà dell’astronomia e della geografia, scienze cognate e indivisibili, ed ambedue necessarie alla nautica? In quanto alla prima, come si potrebbe conoscere i varj punti di quel globo che si percorre sopra un instabile elemento, senza andarli a cercare negli oggetti permanenti del cielo? La contemplazione adunque degli astri e delle costellazioni fu quella che da principio indicò la direzione, e quindi i sicuri confini alle dimensioni della terra. E se questo studio fu coltivato dagli antichissimi navigatori siccome indispensabile per non perdersi a guisa di ciechi sull’immensità delle acque, non fu men caro ai Veneziani, comechè la barbarie de’ tempi l’avesse quasi universalmente fatto smarrire.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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