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      Acquistò bensì maggior distinzione il loro grado giacchè fregi venuti di lontane regioni, e a caro prezzo comprati, non potevano convenire che alle nobili e alle ricche. Fu allora, che l’uso delle smaniglie d’oro rimase soltanto per le donne del popolo. Esse continuarono sempre ad ornarsene, ed in particolare quelle della classe de’ gondolieri. Una loro moglie o una loro figlia riputerebbesi infelice, se non potesse in giorno di festa presentarsi alla Chiesa o al diporto, ornata di molte fila di cordon d’oro. E ben hanno giusto motivo di questa lor vanità; poichè esso è il vero cordon d’onore, essendoselo procurato col frutto del travaglio delle loro mani, col sudore della loro fronte, e colla loro frugale economia.
      Queste furono le arti con cui Venezia tanto si arricchì; ma v’è ancor da osservarsi che per quanto grande sia la svegliatezza e l’attività d’una nazione, non mai le arti vi possono fare progressi sensibili, se l’intelligenza sovrana non le anima col suo spirito, non le sostiene colle sue leggi. Di tale soccorso non mancarono esse al certo in Venezia. La sapienza con cui qui si pervenne a regolare le diverse manifatture, e ad invigilare sopra gl’intraprenditori e gli operaj, fu sempre oggetto di ammirazione pei forestieri. Sino a tanto che si osservarono, ed ebbero forza queste discipline, le manifatture, non che il resto, si sostennero, e furono la gloria e la prosperità de’ Veneziani.
      Abbiamo veduto sin qui una popolazione di navigatori, di mercadanti, di artefici e di operaj.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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