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      Quante cognizioni non occorrevano per piantare sull’onde le basi di moli sì immense? Il Ducal palagio fu pure cominciato nel 976; infine passando di prodigio in prodigio scorgemmo formarsi nel nostro seno varj celebri architetti, fra i quali quel Palladio superiore a tutti gli elogi.
      Quanto poi alla pittura facemmo sì gran progressi, ch’essa divenne oggetto delle ricerche degli stranieri, come diverse cronache il provano. Nè si dee lasciar di osservare, che le nostre antiche pitture hanno un carattere affatto diverso da quello che scorgiamo in Cimabue, in Giotto e nelle primitive figure dell’arte; ciò che dimostra l’anzianità del dipingere tra noi. Le stesse pitture del nostro Tiziano comprovano una certa originalità nativa, e lo fanno conoscere come maestro insigne.
      Potrebbesi forse assegnare per cagion principale di sì rapidi avanzamenti l’antichissima instituzione di una confraternita delle belle arti, e il disinteresse e la nobiltà con cui queste arti si esercitavano. Non potea por mano ad esse chi non era aggregato a questo corpo, nè a tal corpo veniva ammesso chi non avea dato buon saggio de’ precedenti suoi studj. Da esso inoltre escludevansi coloro, che attendevano ai men fini lavori, come alla pittura degli stemmi, de’ cuoj e di cose simili. Gli statuti di questo corpo meritano di essere conosciuti, come pure i regolamenti posteriori, che portano la data del 1345. Essi segnatamente provano l’anzianità di quest’adunanza sopra tutte quelle che furono stabilite in Italia, ed anche sopra quella di Parigi.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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