Pagina (145/712)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Simile inciampo presentasi a chi tenta decifrare l’origine della visita, che il Doge di Venezia faceva il giorno di Santo Stefano alla chiesa di S. Giorgio Maggiore. Ma lasciando a parte le opinioni volgari che non saprebbero meritare veruna credenza, potremo fissare l’epoca dell’instituzione di questa Festa all’anno 1009. Allora si fu che venne trasportato a Venezia da Costantinopoli il corpo di Santo Stefano, che fu subito deposto sull’altar maggiore nella chiesa di S. Giorgio. Il popolo tutto contento del prezioso acquisto, corse in folla ad invitare il Doge Ottone Orseolo a portarsi a quel tempio, e lo pregò inoltre ad obbligarsi per se e successori suoi di fare ogni anno una simile visita il giorno della festa del Santo. La grazia venne accordata di buon animo; poichè il singolare bene di possedere il corpo del primo martire della fede, poteva con ragione animare la divota pietà della Repubblica a stabilire una particolare solennità per la venerazione di lui.
      Coll’andare degli anni i Dogi vi si recavano anche per visitare un luogo, come facevano di parecchi altri, il quale ad essi apparteneva per ragione di principato, volendo con ciò richiamare alla memoria de’ sudditi il supremo dominio da loro conservato su questi ospizj. L’isola di S. Giorgio, chiamata anticamente de’ Cipressi, per essere allora molto copiosa di questi alberi, era appartenuta in gran parte al Doge Tribuno Memmo; ond’è che l’isola tutta venne chiamata Memmia. Questo Doge regalò la sua parte a Giovanni Morosini, a condizione però che vi fondasse un monastero dell’ordine di S. Benedetto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Doge Venezia Santo Stefano S. Giorgio Maggiore Festa Venezia Costantinopoli Santo Stefano S. Giorgio Doge Ottone Orseolo Santo Repubblica Dogi S. Giorgio Cipressi Doge Tribuno Memmo Memmia Doge Giovanni Morosini S. Benedetto