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      Eletto l’anno 1807 Preside della Camera di Commercio, immaginò egli questa bella istituzione del Porto-Franco, ne tracciò le basi, ne invigilò all’esecuzione, e vi concorse non coi consigli soltanto, ma coll’opera la più efficace. Da tutto ciò possiamo assicurarci, che le misure già prese relativamente a questo grande oggetto, sono le più atte e bastanti per ravvivare in gran parte ciò che languiva, per arrestare le minaccianti rovine, e per riavere tutto ciò che le politiche circostanze permettono.
      Festa del Giovedì Grasso
      Fin da quando i Longobardi presero ferma stanza nel Friuli, i Patriarchi di Aquileja molestarono di continuo quelli di Grado soggetti al dominio Veneto, non cessando mai di adoperare e gl’intrighi e la forza per rovesciare la Sede Gradense; e fu spesso abbominando spettacolo il vedere sacri pastori, deposta la mitra e il pastorale, prendere l’elmo e la spada, invadere il nemico paese, violare monasteri, abbatter chiese, rapir tesori, e portare da per tutto desolazione e terrore. Che se non giunsero mai ad ottenere il fine da loro sì vagheggiato, ciò vuolsi in gran parte attribuire ai Veneziani, che zelanti difensori, com’erano, del Patriarcato di Grado avevano sempre opposta la forza e rintuzzati i rabbiosi loro tentativi. Ulrico, eletto Patriarca di Aquileja nel 1162, divorato anch’egli dal medesimo tarlo di rivalità e di odio, ben conobbe che non potea sfamarlo senza superare sì forte ostacolo, nè superarlo poteva senza ricorrere al vilissimo mezzo dell’astuzia.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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