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      I Crociati ebbero i posti di onore, e tutti i contrassegni della più alta considerazione.
      Ma siccome pochi sono quegli uomini straordinarj che, al par di Camillo, possano dire, che gli onori non aveano punto gonfiato il suo orgoglio, nè le sciagure abbattuto, così non v’è da meravigliarsi se Alessio rimesso nel sommo della grandezza cangiasse le disposizioni del suo spirito a segno d’insuperbirsi della sua prosperità, e di attribuire alla propria virtù quella felicità che attualmente godeva. Quindi ne derivò, ch’egli non si credette più in obbligo di eseguire gli articoli del trattato. Per maggiore sua disgrazia, uno scellerato per nome Murtzulfo, docile ed insinuante come sono la più parte de’ traditori, seppe guadagnare la confidenza del giovane principe, troppo inesperto ancora per sapere che gli adulatori sono la peste di ogni genere di società e particolarmente delle corti. I barbari consigli di quest’abbominevole cortigiano trascinarono di errore in errore il debole monarca, fino al punto d’approvare l’orrido disegno d’incendiare la Veneta flotta. E allora quando il genio del Doge Dandolo seppe render vano tale attentato, Murtzulfo approfittando del colpo fallito, rese Alessio sospetto al popolo d’essere d’intelligenza con i Latini. Tanto bastò perchè la sfrenata moltitudine si sollevasse contro di lui, e lo facesse cader morto sotto a’ suoi colpi. Anche Isaaco spirò in mezzo alle convulsioni, ed il traditor Murtzulfo fu proclamato Imperatore.
      Alla nuova di quest’orribile catastrofe, i Crociati giurano sull’istante di punire la perfida nazione che incoronato avea un assassino.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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