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      Un incendio dopo molti anni ridusse in cenere la cappella; ma un altro Doge, cioè Andrea Gritti rifare la fece, e sin agli ultimi giorni della Repubblica si festeggiò ogni anno la memoria di questo fatto, recandosi i Dogi con tutta la Signoria nel dì 6 dicembre, giorno di san Nicolò, ad udire in questa cappella la messa solenne, ed a render atti di grazie all’Ente supremo che avea così bene favorite le nostre imprese.
      Il Governo volle eternare in altro modo ancora la memoria del grande avvenimento, facendone dipingere tutta la storia sulle pareti del palazzo Ducale. Si provarono le fiamme di distruggere tal monumento di gloria, ma invano; giacchè alle prime incendiate pitture ne vennero tosto sostituite di nuove, le quali possiamo tuttavia ammirare nella sala, che fu un tempo del Gran Consiglio, ed ora accoglie la pubblica Biblioteca. Otto gran tele ci rappresentano le varie circostanze del fatto. I soggetti attuali sono in parte quelli stessi ch’erano stati trattati in antico. Io tenterò qui di farne la descrizione, per quanto una penna inesperta potrà seguir da lungi il vivace lavoro di portentosi pennelli.
      Quadro I.
      Domenico Tintoretto vi avea dipinto la cerimonia, ch’ebbe luogo nella chiesa di san Marco all’occasione di ratificare il trattato con i principi Crociati alla presenza del popolo Veneto. Il Lorenese Giovanni le Clerc si accinse a ripetere il fatto medesimo. Egli rappresentò l’interno della chiesa di san Marco ricopiato dall’originale in modo da farne illusione. Tutti i principi Crociati vi sono raccolti e sì bene contraddistinti, che tu giungi a riconoscer ciascuno.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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