Pagina (208/712)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E soldati e marinaj animati dal loro intrepido comandante Enrico Dandolo danno l’assalto alla città; tutti a gara fanno giuocar i dardi e le balestre per tener lontani i nemici. Già le mura si scalano, già la città è presa: che cosa resta a fare ai miseri abitanti in sì crudele frangente?
      Quadro III.
      L’unico rifugio per gl’infelici Zaratini si era quello soltanto d’implorare clemenza e perdono al vincitore. Non l’osavano però; che troppe volte aveano essi abusato dell’indulgenza dei Veneziani. Domenico Tintoretto nel suo quadro ci mostra la risoluzione presa dagli abitanti di Zara. Vedesi una lunga processione di donne e di giovanetti vestiti tutti di bianco, che in atteggiamento umile e sommesso vanno a giurar fede e obbedienza in nome de’ cittadini, ed a presentare al Doge le chiavi della città. Ad uno spettacolo sì commovente tutti i Principi si mostrano inteneriti; s’interessano vivamente in loro favore, ed esercitano de’ buoni uffizj presso i Veneziani, onde accordino il perdono a quei messi innocenti, che vengono ad implorarlo per tutti. Non v’è da dubitare; il Dandolo glielo concede, e di più leggonsi sul suo volto generose promesse di un avvenire veramente felice. I Veneziani non hanno mai mancato alla loro parola.
      Quadro IV.
      Jacopo Tintoretto in prima, poscia Andrea Vicentino espresse in questa tavola la scena interessantissima del giovane Alessio Comneno, che presenta ginocchioni al Doge Dandolo le lettere commendatizie dell’imperatore Filippo. Il Doge sta seduto sul suo trono circondato da’ principi Crociati e da’ suoi uffiziali.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Enrico Dandolo Zaratini Veneziani Tintoretto Zara Doge Principi Veneziani Dandolo Veneziani Tintoretto Andrea Vicentino Alessio Comneno Doge Dandolo Filippo Doge Crociati