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      Andrea d’Urboise francese fa altrettanto sopra un’altra torre, ed una folla di soldati valorosi respingono i Greci, e li rovesciano dall’alto delle mura. Si sforzano le porte della città, i nemici fuggono, i Crociati inseguono, ed a gran colpi e senza distinzione tutto abbattono. Generale è l’orrore, la confusione, il macello. Poichè per salvar la città più non vale la forza, si ricorre alle preghiere. Ed ecco in fatti in mezzo al bollor della mischia uscire dalla porta una lunga processione. Vi precede il clero colla croce inalberata e colle sante reliquie. Il popolo senza capo e senza soldati venne ad implorar la clemenza de’ vincitori. Il Doge ed i Principi sono troppo generosi per abusare della sommissione di tutta questa moltitudine supplicante.
      Quadro VII.
      Scena egualmente grandiosa fu riserbata alla bravura di Andrea Vicentino, onde rimettere il dipinto di Francesco Bassano, che fatalmente perì. Egli fè brillare il suo talento e la ricchezza della sua immaginazione nell’aprirci il magnifico tempio di santa Sofia, in cui dodici elettori, parte Veneti, parte Francesi, stanno raccolti sopra una specie di tribuna per la creazione del nuovo Imperatore. Benchè si tratti di acquistare la prima corona del mondo, l’attitudine di tutti que’ personaggi ci assicura non esservi rivalità fra loro, non brighe di alcuna specie; tutti egualmente operano di buona fede: esempio assai raro fra due popoli emuli nel valore, in una elezione di tanta importanza. Gli sguardi di ognuno sono particolarmente diretti verso il Doge.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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