Pagina (219/712)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Volle il Senato prima di ogni altra cosa assicurarsi della buona disposizione de’ Principi cristiani in suo favore, e poichè ebbe le risposte favorevoli, proclamò i nomi dei capi de’ ribelli, e li dichiarò traditori della patria. Poscia si diede a formare un disegno di operazioni militari per la ricuperazione dell’isola. Vennero dati tutti gli ordini necessarj per l’armamento di una flotta di trentatrè galee e di molti bastimenti da trasporto. Si fece nelle vicine provincie una gran leva di soldati, onde formare un’armata di terra. Ma la difficoltà maggiore stava nello scegliere un abile generale straniero per comandarla, poichè, come l’abbiamo veduto altrove, per legge niun gentiluomo Veneziano poteva esser capo di un’armata terrestre. In quest’incontro il Doge Lorenzo Celsi gettò l’occhio sopra Lucchesino dal Verme, che trovavasi al servigio dei Signori di Milano. Per ottenerlo, pensò di valersi del Petrarca, che stava allora in Venezia, e ch’era intimo amico di quel generale. La mediazione ebbe una felice riuscita. Lucchesino giunse tosto a Venezia, ricevette gli ordini, ed assunse il comando della truppa.
      Mentre facevansi i preparativi neccssarj per questa guerra, i ribelli di Candia pubblicavano manifesti, che proibivano sotto pene rigorosissime il parlare di accordi o di sommissioni ai Veneziani. Decretarono inoltre, che chiunque ricusasse di seguire il loro partito, sarebbe senza remissione posto in pezzi. Quest’orribile decreto fu l’origine di avvenimenti ancora più atroci.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Senato Principi Veneziano Doge Lorenzo Celsi Lucchesino Verme Milano Petrarca Venezia Venezia Candia Veneziani