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      Nè tale infatti in istretto senso e semplicemente sarebbe, se in lui cangiamento avvenisse. Ciò che fu, tuttora egli è; nè a caso tal nome gli attribuisce il Salmista. Di più ciò che fu, e ciò ch’è, sarà sempre. Anzi il Dio che fu e che sarà, non è ciò che a lui propriamente conviene; ma solo il dire, egli è. In simil guisa, ciò che seppe, egli sa; ciò che volle, egli vuole; ciò che potè, egli può. Su di che se talun mai dubitasse, veggendo che le colpe umane palesi, e quelle sottoposte all’occulto giudizio divino alle volte da lui pajon negligersi, ecco come testè fu tal verità comprovata dalla stupenda celerità d’una facile e non sanguinosa vittoria; celerità tale e tanta, che come d’altra nazione in Roma, così a Venezia riguardo ai Candiotti avvenne, ch’io prima udissi compiuta, che cominciata la guerra. Quindi il gaudio, quinci il trionfo. Sarebbe cosa lunga e non conveniente ad una penna umile ed occupata come la mia, il riferire tutta la serie di questa sacra letizia. Odine il succo - Stando io per avventura alla finestra ai 4 di giugno di quest’anno 1364 sull’ora sesta del dì, cogli occhi volti all’alto mare, ed avente meco il mio già fratello, ora padre amatissimo arcivescovo di Patrasso, il quale dovendo al principio d’autunno passare alla sua sede, preso da sentimento di amicizia affatto superiore ai favorì della fortuna, qui in questa sua casa, che mia è detta, ora conduce l’estate, ecco che una nave lunga, chiamata galea, tutta ornata di frondi, entra a remi nel porto.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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