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      Da quel momento, come sempre anche dopo, fece egli pregare sessanta di que’ zelanti cittadini d’intervenire a dare il lor parere sul partito da prendersi nelle pubbliche vicende, e nelle importanti urgenze che andavano di giorno in giorno succedendo. Un sì nobile fervore repubblicano piacque a tutti indistintamente; quindi con maggior facilità vennero approvate tutte le deliberazioni del Doge emanate col consiglio di que’ cittadini. Di qua nacque quel gravissimo e sapientissimo corpo del Senato, che sin d’allora fu denominato de’ Pregadi, e che venne poscia organizzato per modo che si può dire, che ai profondi riflessi, alla mirabile eloquenza di que’ saggi la Repubblica nostra dovette i sommi progressi della sua grandezza. Ma per questo nuovo corpo composto di patrizj e di nobili l’Assemblea Nazionale venne molto a perdere, com’è ben naturale, della sua autorità, e la costituzione della Repubblica si fè vieppiù Aristocratica. Ed ancor più inclinò manifestamente verso di questa, allorchè nel 1172 sulle proposizioni della Quarantia si decretò di sostituire all’Assemblea Nazionale un Gran Consiglio composto di circa 450 o 500 nobili, i quali uniti in corpo avessero il potere sì deliberativo, che amministrativo. Per consolidare quest’istituzione, la quale dava più forza e più perfezione di forma al Governo, vi si aggiunsero alcune altre leggi, delle quali la principale fu, che le funzioni di questo corpo non durassero che un anno, e che nel giorno di san Michele si dovessero sempre rinnovellare.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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