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      E se dopo di avere cooperato alla liberazione di quelle provincie, ed averle riunite in tante repubbliche, essa avesse pur anche annesso a quelle il Milanese, la Romagna e la Toscana, formando di tutte insieme una lega di repubbliche confederate, è certissimo che nessun popolo forestiere al di là delle Alpi avrebbe potuto penetrare in Italia, e la tranquillità e la felicità di tutti gl’Italiani sarebbero state assicurate. Ma se non fu fatto abbastanza a questo grande oggetto, o se le altre repubbliche a loro danno non seppero concorrere alla loro sicurezza, ed approfittare degli altrui consigli, e degli altrui soccorsi, perchè dovrà la Repubblica di Venezia negliger per anche di formar truppe idonee alle terrestri conquiste, ed aggiugnere territorj ai suoi dominj marittimi? La storia però dimostra, che senza possedimenti continentali non puossi mai dar grandezza allo Stato. Vuolsi coll’esempio degli antenati perpetuar l’indolenza e l’abbandono? Ma quando parlasi di esempi, si è forse calcolato abbastanza la diversità de’ tempi e delle circostanze? E se nulla v’è di eguale di quanto già eravi, non è mille volte meglio di regolar le azioni sulle solide basi di una matura ragione, anzichè sugli esempj, che possono mancare nell’effetto? E qui l’Oratore vivacemente esclamò, ricercando come mai può darsi che per evitare la guerra si abbia a tollerare, che un vicino intraprendente venga persino ai confini delle lagune ad erigervi forti, a porvi guarnigioni, a limitare il commercio, ad insultare la Repubblica con atti di autorità, a violare i suoi diritti, ad abusare della sua moderazione, per poi coprirla d’infamia.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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