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      Alle fiere ed ai mercati annui e settimanali, ne aggiunsero altri ancora ai quali diedero il nome di Sagra. Era questa un’annua Festa, che si solenneggiava sia per celebrare qualche riportata vittoria, sia per onorare il Santo Tutelare della Chiesa, in cui contenevasi qualche reliquia, o il Corpo del Santo. E per vieppiù soddisfare il pio fervore de’ concorrenti, erasi ottenuta dal Pontefice una qualche Indulgenza per chi avesse in quel giorno visitata la Chiesa. Per tal modo accrescevasi il concorso, si moltiplicavano le elemosine nelle casselle, ed immenso era il consumo delle vittuarie nel circuito della Sagra; cosicchè era d’uopo di ricorrere a mezzi straordinarj per supplire ai bisogni di tutti. Quindi vedevansi tosto sul luogo Osti, Vivandieri, Fruttajuoli in copia. Nè basta ciò: vi s’introdussero a poco a poco e Ciambellaj, e Fantocciaj, e Calzolaj, ed altri mestieri i più acconci agli usi ordinari della vita, ed anche di quelli, che servono alla moda ed al lusso. Nè vi mancavano particolarmente negli antichi tempi, i narratori di Storie, le compagnie volanti di suonatori e cantatori, e perfino gli astrologhi e i ciarlatani, che sopra un apposito palco vendevano ai numerosi ascoltanti polveri, unguenti, rimedi soprannaturali, che nominavano la grazia di san Paolo; la polvere di san Valentino; i brevi contro la febbre ecc. Poscia più illuminato anche il Popolo, vennero le Belle-Arti a sfoggiare il loro magico potere. Quindi le Pitture di ogni genere, e singolarmente quelle de’ nostri Artisti prediletti.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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