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      Il popolare, che chiamavasi Bertrando Bergamaso, desideroso di sottrarre il suo protettore dal generale macello, andò a lui li 14 aprile nella sera, annunziandogli di avere cosa di molta importanza da comunicargli. E dopo averne voluto promessa di secreto, pregollo di non uscir di casa nell’indomani, perchè, uscendo, la sua vita correva gran rischio. Attonito il Lioni a tali parole, ne chiese il motivo. Bergamaso il più che potè si scansò di rivelarglielo, ma stretto dal Lioni, e veggendo ch’egli era risoluto di non seguir il suo consiglio, senza saperne esattamente il motivo, cedette finalmente a quell’amore, che per lui nutriva, e gli scoperse tutta la trama. Il Lioni ringraziollo senza fine; indi si fece a interrogarlo su tutti i punti, onde vieppiù riconoscere la cosa. Poscia Bergamaso si dispose a partire; ma il Lioni non glielo permise, anzi ordinò ai domestici che gli vietassero l’uscita. In quanto a lui, sua prima cura fu di cercar pronto rimedio ad un mal sì pressante. Al Doge non poteva dirigersi, perchè era alla testa de’ faziosi. Credette adunque miglior consiglio il recarsi da Giovanni Gradenigo senatore de’ primi, e di cui conosceva lo zelo e la destrezza, per comunicar a lui la faccenda. Andarono subito dopo ambidue alla casa di Marco Corner, uomo anch’egli rispettabilissimo; poscia tutti e tre ritornarono alla casa Lioni per far nuove ricerche a Bertrando, e procacciarsi lumi più esatti. Posero in iscritto le riferte; ed udito ch’ebbero con fatica i nomi de’ principali congiurati, si trasferirono al convento di san Salvatore, e di là spedirono avvisi agli avvogadori, ai consiglieri, ai capi, anzi a tutti i membri del Consiglio di X, e finalmente a tutte la più distinte autorità, onde informarli della congiura, ed esortarli a concorrer subito al convento per cercar di concerto, finchè v’era tempo, il modo di salvar la Repubblica.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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