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      I parterre ed i boschetti sembrano gareggiar fra loro in bellezza. Vedi quella vaga collinetta? Le sue strade tortuose ed erranti, i suoi gruppi d’alberi, i suoi cespugli, che non dall’arte, ma dalla mano della natura direbbonsi piantati, formano un singolar contrasto col disegno del restante giardino, che l’uso di pubblico passeggio volle regolare ed uniforme. E quell’altra collinetta pure, che quantunque men vasta, si fa nondimeno ammirare per la sua maggior altezza? Chi mai creder potrebbe, che più di un terzo di tutto questo spazio, e più che la metà della prima collina, sia stato non ha guari letto di mare, innalzatosi e tolto al suo dominio per trasformarsi in giardino, e che dove pochissimi anni fa remigavano i pescatori, ora un’immensa quantità di alberi spieghi all’aria le verdeggianti lor chiome? Tutto ciò sembra magico; ma questa magìa è particolarmente opera di un nostro illustre e vigilante concittadino, il quale abbandonata la bussola, lo scandaglio ed il compasso, non isdegnò di por mano agli strumenti rustici per farsi agricoltore e botanico; e dopo di avere col telescopio ammirato la natura nell’immensa varietà de’ corpi celesti, volle col microscopio considerarla nelle sue misteriose operazioni degli esseri vegetabili. Omaggio sia reso a Pietro Zorzi, il quale sembra aver acquistato un’arte particolare per la buona riuscita delle piantagioni. E veramente quanto mai è dilettevole il mobile quadro, che questo giardino presenta, principalmente ne’ giorni festivi, mercè il concorso di più migliaja di persone d’ogni età e sesso, che a tutte le ore v’intervengono?


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Pietro Zorzi