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      Da qual lato però stia l’ignoranza cel dimostra il non lungo articolo, che il valoroso signor Acerbi dettò nel suo Giornale. Esso basta a convincere chicchessia, ch’è molto facile il crederci scopritori di terre agli altri ignote, quando si visitano senza la previa conoscenza de’ libri, e delle mappe anche le più comuni, e quando facciasi tacer la ragione a segno di non riflettere, ch’è impossibile che nel grembo di paesi i più frequentati e più illustri del mondo abbia ad esservi un angolo così remoto e spregevole, che sia sempre sfuggito all’osservazione degli uomini.
      Festa del Redentore.
      Qual tempio è questo che si maestosamente torreggia? chi eresse questo monumento a gloria dell’eterno? Fu la riconoscenza di tutto un popolo, per averlo liberato dalla peste, il più orribile di tutti i flagelli, che nell’anno 1576 avea crudelissimamente infierito contro la nostra patria.
      Anche prima di quest’epoca Venezia fu di tutti i paesi d’Italia il più spesso assalito da sì tremendo morbo. E non è a stupirsi, sol che si rifletta al commercio esteso, e puossi dir esclusivo, che negli antichi tempi ella faceva per mare co’ Turchi del Levante, e colle città dell’Asia. Aggiungasi la mancanza d’ogni disciplina, non essendovi per anco alcuna valida legge di polizia medica; oltrechè l’avidità di guadagno de’ nostri mercadanti e marinaj giungeva a deludere tutte le cure e le vigilanze del governo. Quindi è che Venezia venne attaccata dalla peste sino a tre, ed anche quattro volte in ogni secolo.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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