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      Sul maggior naviglio sventolava in alto la gran bandiera di S. Marco visibile a tutti, anche a molta distanza; ed essa era il segnale, oltre il quale niun potea passare. Presso la bandiera stava eretta una forca, tremendo segnale della severità, con cui s’intendeva punire chiunque avesse trasgredito i provvidi superiori comandi.
      Sull’alba i visitatori passavano di barca in barca ad esaminare se vi fosser malati, e trovandone alcuno, facean che si trasportasse al Lazzaretto vecchio, siccome i sospetti conducevansi al nuovo. Alquanto dopo giungevano i battelli carichi di pane, di vivande cotte, di pesce e di vino. Ogn’individuo ottenea la sua porzione, e la distribuzione facevasi così ordinata e tranquilla, ch’era uno stupore a vedersi. Altre barche arrivavano poscia ripiene di acqua da compartirsi per bere, per servigio della cucina, e per altri usi.
      Queglino poi ch’erano tratti al Lazzaretto nuovo, provavano gran consolazione nel vedersi cordialmente accolti da chi li avea preceduti, ed il loro ricevimento inspirava nel cuore una soave confidenza. Colà viveasi non men senza soggezione, che senza inquietudine; e se sott’altro cielo si costumò sempre, che chiunque dal pubblico ha gli alimenti, debba al pubblico almeno retribuire coll’opera e co’ lavori, sotto il veneto cielo tal condizione in quel frangente non ebbe luogo. Ivi regnava l’abbondanza di tutto, eppure n’era insieme bandita ogni fatica; parendo ai pietosi governanti non essere mai soverchia qualunque indulgenza, qualunque sollievo per chi sta in continuo dubbio di morte.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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