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      Quando questo non era invitato, dava egli pranzi magnifici ai signori della corte del Principe. Dopo pranzo eravi la corsa delle carrozze, che per il loro numero, per la ricchezza degli addobbi, per la bellezza dei cavalli, e per ciò che vale assai più, per il concorso di amabili e gentili donne, procuravano al sensibile Monarca un piacere, diceva egli stesso, veramente seducente.
      Giunse in Verona il resto dell’equipaggio di S. M., ed egli risolse di partire per Vicenza, dopo di avere testificato in tutti i modi alla nobiltà, e particolarmente al Cav. Dolfin la sua viva soddisfazione per un’accoglienza, che non dimenticherebbe giammai. Per la loro parte gli abitanti di Verona vedevano con grande rincrescimento allontanarsi un Principe così affabile e generoso. Vollero accompagnarlo molte miglia fuori della città. Federico fu commosso di vedere un sì gran numero di carrozze e di persone a piedi, che non cessavano di far voti per la di lui felicità.
      Ma ormai gli abitanti di Vicenza impazienti di corteggiare anch’essi questo Principe, uscirono dalla città per andargli incontro, preceduti dal rappresentante della repubblica il N. U. Antonio Farsetti. Senza entrar qui in nuovi dettagli relativi alle feste da esso offerte a questo Monarca, basterà il dire che il Farsetti era di una famiglia, in cui la magnificenza ed il buon gusto erano pregi ereditarj. Accorrevasi in folla per vedere il letto, ch’egli avea fatto preparare per Federico: l’oro brillava per ogni dove, e le cortine ricamate univano la ricchezza all’eleganza la più ricercata.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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