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      E dopo tutto, come descrivere quella sontuosa cena imbandita per varie centinaja di persone? e quell’immensa argenteria? e quella superba festa di ballo nel Teatro Olimpico? chi può immaginare, non che esprimere con parole che cosa esser dovea questo singolar teatro, frutto degli studj profondi del più celebre fra gli architetti moderni, l’immortal Palladio: illuminato da più di dodici mila torce, abbellito da un prodigioso concorso di persone le più distinte per ogni pregio, onorato dal più amabile, dal più interessante dei Re? Rimase sorpreso egli stesso di tale spettacolo, e sensibile alle attenzioni delicate e generose del Farsetti, volle trattenersi a Vicenza più di quello che divisato avea. Durante il suo soggiorno in questo paese, soddisfece ad una sua curiosità, visitando il Distretto chiamato de’ Sette Comuni. Non ignorava egli che un secolo circa prima dell’Era cristiana i Cimbri, antichi abitanti della Scandinavia o Cimbrica, vennero ad innondare l’Italia, e ch’essendo stati completamente battuti da Mario nelle campagne del Veronese, quelli che poterono scappar alla morte ed alla schiavitù, cercarono un asilo sulle montagne di là e di qua dell’Adige, e che una porzione di loro venne pur anche ad abitare quelle, che sono al Settentrione della Provincia di Vicenza; ma non poteva egli persuadersi, che parlassero ancora lo stesso linguaggio dei lor progenitori. Ne fu convinto, e protestò che nella sua corte non si parlava con tal perfezione il linguaggio Cimbrico, o sia l’idioma moderno Sassone.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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