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      nta, ed il concorso di un gran numero di persone ne facilita le combinazioni. L’opera è essa buona? tanto meglio: si ascoltano i bei pezzi; tutto il resto del tempo si dà alla conversazione, e non siamo obbligati di ascoltare e di vedere ciò che ci annoja. Chiacchierare e vagheggiare, ecco i piaceri più ricercati al teatro. Il Re ne mostrò la più piena persuasione. Il Dramma avea per titolo il Vincitor Generoso: il poeta era Francesco Bruni, che l’avea dedicato a S. M.: la musica era stata composta da Antonio Lotti. Il Re l’ascoltò nel suo palchetto sino alla fine; poscia si trasferì al Ridotto.
      Sotto questa denominazione intendevasi quell’edificio grande, magnifico e comodo, destinato particolarmente pei giuochi d’azzardo, nel quale era permesso a tutti di entrare, pur che fossero mascherati decentemente. Federico vestì anch’egli la maschera Veneziana, e sperò di non essere conosciuto. Fece in prima un giro per la sala e per le camere, indi avvicinossi ai tavolieri da giuoco. Vide a ciascuno starsi assiso un patrizio con abito nero talare, e grande parrucca, distintivi dell’ordine suo, che con un monte d’oro dinanzi sembrava sfidare gli astanti. Ammira il Monarca il nobile contegno del gentiluomo, e l’inalterabile suo aspetto alle vicende della sorte, ed entra in battaglia con lui. Fortuna gli arride, e il monte d’oro è ormai sua conquista. Ma che? Il vincitore finge di scivolare, rovescia il tavoliere, confonde lumi, danaro, carte e sparisce, lasciando al vinto ogni cosa. Ad un tal tratto poteva più Federico restare incognito?


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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