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      Il Senato sostituì tosto al defunto deputato il cav. Francesco Morosini di santo Stefano, che dimostrò la più viva premura per occupar S. M. piacevolmente; ed i deputati unanimemente risolsero di dare, oltre la settimanale festa al Casino, una festa pure ciascheduno nel proprio palazzo con invito generale.
      Il giorno 31 gennajo fu quello assegnato al cav. Morosini di san Canzian per dare la prima festa. Sventuratamente il vento e la neve impedirono di potervi godere di que’ magnifici apparecchi, che la struttura e vastità di quel palazzo avea fatto immaginare. La graziosa illuminazione del giardino, che divideva gli appartamenti, non potè ottenere il suo effetto; bensì quello della terrazza coperta, che li riuniva tutti, e dove vedevasi la più grande magnificenza in ogni genere. La festa riuscì superba, brillantissima e numerosissima. Federico ballò sino dopo le tre della mattina.
      Li 5 febbrajo il cav. Nani preparò la sua festa alla Giudecca, ch’è un isola ad un quarto di miglio dalla città. La notte fu una delle più burrascose; nondimeno vi ebbe un concorso immenso di persone. Tutti vi ebbero ad ammirare la somma magnificenza, e l’estremo buon gusto del padrone; ma le osservazioni del Re specialmente caddero sullo sfarzo delle cere, e sullo sfoggio immenso di argenteria. Ogni camera aveva un numero proporzionato di Lampadarj d’argento pendenti dal soffitto; alle pareti erano attaccati quantità di braccialetti pur d’argento a molti lumi. Sopra ogni tavoliere v’erano grandissimi vasi d’argento ripieni di freschi fiori olezzanti.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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