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      Fu egli sensibilissimo alla loro gentil attenzione.8 Cominciò a girarlo, e tosto vide esser quello una città in una città. Osservò i vasti magazzini tutti allora ripieni di alberi, di timoni, di ancore, e di quanto poteva bastare pel lavoro di dieci anni, sì riguardo al servigio, che alla costruzione de’ vascelli. Vide quel numero infinito di officine, dove mille braccia sudavano intorno ad opere d’ogni maniera, e ne strepitavano pe’ martelli de’ lavori di ferro e d’acciajo. Sotto a’ suoi occhi di varj pezzi allestiti uscì tosto un’ancora compiuta. Trovò veramente stupendo l’edificio destinato per la fonderia dei cannoni e delle palle. Vi si fermò e vide fondere in sua presenza sei cannoni di bronzo. Passò poscia in quell’immensa sala destinata al travaglio del canape. Colà fu lavorata in sua presenza una gomena grosissima. Non ammirò meno quell’altra gran sala, dove più di cento femmine adoperavansi intorno alla facitura delle vele. Ma infinito interesse mostrò nell’osservare l’altro salone, ove stavan in bel ordine schierati i modelli delle fortezze primarie dello Stato, delle macchine più ingegnose, de’ ponti più singolari, e finalmente le forme de’ vascelli dalla prima epoca della nostra marina, sino a’ tempi recenti. Egli non poteva staccarsene; pure passò a vedere quelle altre sale, ch’erano piene d’armi d’ogni sorte, d’illustri trofei e di armature di ferro, sotto le quali leggevansi le più memorabili vittorie de’ Veneziani. Il Re mostrava compiacenza di trovare fra gli Eroi nominati gli stessi cognomi di quelli, che avevano l’onore di accompagnarlo.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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