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      I Veneti ottennero il favor generale, e quindi i Genovesi vennero cacciati fuori della regia; affronto che li punse sul vivo, e per cui abbandonarono l’isola, trasportando seco tutti i loro averi.
      Giunte a Genova le relazioni del nuovo fatto, tutti i cittadini di comune consenso giurarono piena vendetta. Cominciarono dal voler punire la parzialità del re di Cipro verso i Veneziani. Armarono immediatamente una flotta, la quale, sia per tradimento, sia per sorpresa, conquistò Famagosta, ove fu posto a ruba quanto apparteneva ai Veneziani. Nello stesso tempo riuscì loro di formare una lega. I Signori di Padova odiavano i Venezianj per più ragioni, e particolarmente per essere stati ultimamente costretti a segnare una pace umiliante. Nommeno il re di Ungheria gli amava gran fatto per timore ch’essendo padroni del Golfo, non si rendessero di nuovo padroni della Dalmazia, donde gli era riuscito di scacciarli. Il Patriarca di Aquileja, signore del Friuli, li vedeva con gelosia fatti padroni della Marca Trevigiana, che formava frontiera ai suoi Stati. Gerardo di Camino, conte di Ceneda, li soffriva anch’egli a malincuore vicini; e così altri signori di rango inferiore. Tutti costoro adunque non furono lenti a stringere alleanza co’ Genovesi, trattivi dal più vivo desiderio di abbattere la potenza Veneziana.
      La Repubblica ben vide il fulmine, che le sovrastava, e tosto cercò essa pure degli alleati; ma non ne trovò che due; il re di Cipro e Barnabò Visconti, signor di Milano, di cui fu assai debole il soccorso; laonde rimase ad essa sola tutto il peso di questa formidabile guerra.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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