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      Quest’era forse la prima e l’unica volta che il buon popolo Veneto l’avesse dimenticata.
      Nel dopo pranzo del medesimo giorno, fu egli chiamato a consulta dai Savj, urgendo di preparare la città alla difesa contro gli assalti della Lega, che avea ragunate potentissime forze nella vicina Chioggia. Fu allora che il Pisani ricevette una nuova e più prova convinciente dell’amore del popolo verso di lui, giacchè ognuno si offerse di servire sotto i suoi comandi ma egli che comando non avea, e che neppur voleva palesare il mistero per paura di nuovi tumulti, rispose dolcemente, ed insinuò alla moltitudine di recarsi alla Signorìa, onde da quella ricevere gli ordini opportuni. Quando il popolo in fatti riseppe non esser altrimenti il Pisani il Generale, e durar ancora in quel posto il Giustiniani, si ritirò sdegnato protestando di voler piuttosto lasciarsi tagliar a pezzi da’ nemici, che servire sotto di questo; e discendendo le scale ognuno accusava altamente i nobili, che malgrado l’estremo pericolo della patria, conservassero tuttavia l’odio verso di un uomo sperimentatissimo nelle cose di mare, e risplendente di gloria sì per le sue azioni, che per le sue virtù, e caro al popolo. Per tali mormorii i nobili non si rimovevano dal proposito; ma finalmente il timor d’una sollevazione li fece cedere, e con unanimi voti venne rivestito della primiera dignità il Pisani. Non è a dirsi quanto il popolo ne giubilasse, e quanto grande fosse la folla di que’ che correvano ad arrolarsi. In tre giorni il numero superò il bisogno.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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