Pagina (502/712)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gran quantità di bandiere nemiche circondavano lo scudo del capitan Generale genovese, ch’era formato, secondo l’uso di que’ tempi, di cuojo cotto; nel centro eravi in alto rilievo lo stemma del comune di Genova, il S. Giorgio a cavallo di gesso dorato. In fine tutto formava uno spettacolo veramente incantatore. Approdato il Bucintoro al molo, ne uscì il Doge coll’augusto suo accompagnamento; ed in mezzo alle acclamazioni le più sincere. Non potè egli ritener le lagrime della commozione nel sentirsi acclamato padre e salvatore della patria, quantunque pur tutti avessero avuto sì gran parte nella sua difesa. L’espressione di ognuno può meglio, che dalla mia penna, conoscersi dal gran quadro di Paolo veronese nella facciata della pubblica Biblioteca, dove questo celebre pittore con tinta calda e saporita rappresentò l’arrivo trionfale del Doge a Venezia.
      I primi suoi passi furono diretti alla basilica di S. Marco, onde ringraziare l’Altissimo della protezione accordatagli, e di avere coronato con sì felice riuscita i suoi voti. E veramente compiuta, si può dire, che fosse la grazia; giacchè la mediazione del Duca di Savoja procacciò a Venezia, non solo co’ Genovesi, ma con tutte le potenze alleate la desideratissima pace. Tuttavia v’ebbero molte difficoltà da superare, l’ultima delle quali si fu una specie di puntiglio. Le due parti principali di questa guerra, cioè Genovesi e Veneti, si erano entrambe ostinate, per certo mal inteso decoro, di non esser le prime a chiedere la pace.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Generale Genova S. Giorgio Bucintoro Doge Paolo Biblioteca Doge Venezia S. Marco Altissimo Duca Savoja Venezia Genovesi Genovesi Veneti