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      Prese egli il suo luogo, e tutti gli altri similmente. Il Magistrato di Sanità, ch’era al suo posto nella Piazza di san Marco, ordinò ad uno de suoi Comandadori d’annunziare ad alta voce al pubblico, che per l’intercessione della Santissima Vergine Maria, l’Onnipossente Iddio aveva accordato la grazia di liberar Venezia e tutte le provincie dal terribile flagello della peste. Questa tanto sospirata proclamazione, fu seguita da altissime grida di gioja della moltitudine, dal suono dei sacri bronzi, dal rimbombo dell’artiglieria, e dallo strepito delle trombe e de’ tamburi. Poscia si celebrò nella Basilica di san Marco una Messa solenne con musica bellissima. Indi cominciossi la processione. Degno di ammirazione fu in essi lo sfarzo delle argenterie, e delle cere esposte dalle grandi Confraternite ed anche con debita proporzione dagli Ordini religiosi; ma più ammirabile apparve la divozione edificante di tutti i patrizj accorsi per mettersi spontanei nella processione colla loro torcia in mano. Un numero ragguardevole di cittadini, mercadanti ed artisti, si posero essi pure nelle file; e la Plebe stessa accompagnò la religiosa cerimonia portandovi un cuore egualmente ripieno di gratitudine e di divozione. Cantossi nella nuova Chiesa il Te-Deum, che venne ripetuto da ciascheduno coll’accento della maggiore sensibilità; indi tutti rientrarono nelle loro abitazioni.
      In questo modo finì quel commovente spettacolo. Ma il Governo Veneto non poteva certo credere di aver fatto ogni cosa in quest’occasione.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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