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      Anche i letterati di ogni scienza e facoltà concorrevano qui in folla, sicuri di essere bene accolti e generosamente rimunerati, giacchè ben sapevano i nostri padri, che oltre il saggio governo, necessaria cosa è l’istruzione per formare buoni cittadini alla patria, e dare la superiorità ad una nazione sull’altra. La concordia civile era qui generale e stabilita negli animi di tutti. Essa derivava principalmente dalla forma del governo, che temperato nei modi migliori, e composto in guisa di armonia proporzionata, ha potuto durare per tanti secoli, senza sedizioni civili; senz’armi, senza sangue: lode della Repubblica nostra, e della quale non può gloriarsi nè Roma o Cartagine, nè Atene o Sparta. Il grand’amore de’ sudditi era nutrito dall’esperienza della propria felicità; tutti la consideravano come l’effetto non solo delle buone e semplici leggi, ma ancora più, dell’esser queste esattamente amministrate da uomini prodi e illuminati...... ognuno de’ quali serviva gratuitamente lo stato per vero patriottismo ed amore del pubblico bene; e solo talvolta, dopo i maggiori sacrifìzj della persona e del privato erario, l’esausta famiglia ricercava alla patria qualche onesto compenso. Di ciò se n’ebbe prova convincente allorchè, caduta la Repubblica, si videro le primarie famiglie ridotte a duro passo per avere sino a quell’epoca servito la patria in ambascerie e governi esteri, senza essere più a tempo di venire dalla patria risarciti. Questo sì nobile disinteresse era conosciuto ed ammirato dal popolo, il quale gloriavasi di appartenere a tali governatori, a tal governo; e nuova forza aggiungeva al suo convincimento l’opinione de’ forestieri, che sulle opinioni nostre suole avere grandissima influenza.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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