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      Essa dunque non poteva temere tutto al più, che dell’imperatore, al quale ricusato avea più volte di stringersi in alleanza, onde ajutare il nemico; ma egli era troppo debole per cimentarsi in una guerra contro tali forze unite. Per una medesima ragione essa ancor meno avea a temere dei principi di secondo rango; cosicchè era ragionevole che si avesse a credere quieta e sicura.
      Pure Giulio II fu il primo che tentò di turbare la di lei tranquillità. Poco dopo il suo innalzamento alla Tiara, dimenticando ogni promessa, manifestò le sue pretensioni sopra alcune Provincie della Romagna, che già da qualche tempo eransi dedicate alla Repubblica, e a ritener le quali egli stesso quand’era Cardinale aveva animato i Veneziani. Di più; anche dopo la sua assunzione al papato gliele avea di buon grado accordate. La mediazione del re di Francia, e quella ancora dell’imperatore fece cessare questa volta ogni differenza.
      Ma un turbine assai più minaccevole sollevossi nel 1507. L’imperator Massimiliano avea deliberato di recarsi in Italia con forte armata, sotto pretesto di andare a Roma per farsi incoronare; ma in effetto per vendicarsi di Luigi XII, del quale diceva avere molto da lagnarsi, ed anche nella speranza di discacciarlo dall’Italia, malgrado la pace segnata, e l’alleanza ultimamente conclusa con essolui. Da molto tempo già Massimiliano vagheggiava di acquistare dominj in Italia, dove egli nulla possedeva, e dove un pollice di terra vale assai più che varie provincie altrove. Per mandare ad effetto questo disegno, uopo gli era del concorso de’ Veneziani.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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