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      In oltre tutte le altre nazioni, che frequentavano i mari per ragion di commercio, e particolarmente la Spagna, riflettendo che coll’indebolire questa potenza marittima di primo ordine potevano trarre per sè grandissimi vantaggi, risolsero unanimi di non ascoltar più che la sola voce del proprio interesse, e di esser sorde alle grida della giustizia contro la violenza e a quelle del Cristianesimo contro la propagazione di una falsa religione. Riconosciuto ch’ebbe la Repubblica di non poter menomamente contare sopra tali alleanze, fermamente determinossi di evitare colla massima cura una guerra, che non faceva ch’esaurirla, malgrado le sue belle vittorie. Di fatti, passò quasi un secolo, senza che la pace fosse stata interrotta, allorchè nel 1644 un avvenimento stranissimo, che nulla la riguardava, eccitò un terribile incendio.
      Ibraimo, primo di questo nome, era succeduto nell’impero ottomano al fratello Amurat. Amava egli molto Gelis Agà, governatore del Serraglio. Questi aveva radunati immensi tesori, ed era illuminato abbastanza per conoscere l’instabilità de’ favori sovrani; onde, temendo il cangiamento della fortuna, pensò di andarsene trasportando seco tutte le sue ricchezze. Nondimeno, per coprire i suoi timori con un pretesto plausibile, chiese a Ibraimo la permissione di andare alla Mecca per rendere una divota visita all’arca di Maometto. Ibraimo, nulla sapendo ricusare al suo favorito, gli accordò la grazia. Gelis s’imbarcò colla sua famiglia, ed un seguito tale da riempiere molti vascelli.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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