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      Il Mocenigo avvampante di collera, lo rimprovera fieramente di viltà, indi volto verso i suoi soldati, disse loro con altissima voce: moriamo, moriamo per la patria; chi ha cuore mi segua, ciò detto, balza sul bastione. A tanto esempio, e soldati, e marinaj, il popolo tutto, le donne stesse co’ sassi, lo seguono con ardor passionato, e fanno sì gran macello de’ Turchi, che ’l terreno e le fosse sono piene zeppe di cadaveri. Il capitan Bassà, dopo avervi perduto più di venti mila uomini, si ritira da quella piazza, che aveva fermamente assediata per sei mesi continui. L’anno dopo rinnovò egli i medesimi tentativi, ma riusciti egualmente vani, ricorse alla seduzione, invitando con lettere e promesse que’ popoli e soldati alla resa; e neppur così nulla ottenne. Volle da ultimo provare altro mezzo ancora; e fu di scrivere al capitan generale offrendogli il Bassallaggio di Gerusalemme con premii, se volesse consegnargli la piazza. Il Mocenigo gli rispose, ch’esso piuttosto acquisterebbe somma gloria, se abbracciando la vera Religione, rimettesse ai legittimi possessori le cose prese, e si ritirasse dal volerne usurpar di nuove. Cessarono i complimenti, e più che mai feroci divennero gli attacchi, e validissime le difese.
      Allorchè al capitan generale parve di non compromettere la sicurezza di Candia coll’allontanarsene, andò con ventisette navi, ventiquattro galere e sei galeazze verso Cerigo, sito opportuno per incontrare i soccorsi, che da Venezia attendeva. Ben presto scoperse una nave nemica, indi gli parve di vedere un’intera armata.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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