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      Questa campagna aveva sempre più indeboliti gl’infelici assediati, ma aveva pur anche attirato ognora più l’ammirazione e l’interesse universale; di modo che i principi cristiani risolsero di nuovo di porger loro soccorso. Non solamente il pontefice e Malta spedirono molte galee, ma alcuni stati dell’impero diedero quattro mila uomini circa. Luigi XIV ne promise sei mila, oltre un buon numero di ufficiali e di volontarj comandati dal duca di Noailles. Ma volle per condizione di essere assicurato, che Candia potesse resistere, e che non fosse segnata la pace sino al loro arrivo. Il Morosini s’impegnò sulla sua parola d’onore. Veramente considerando lo stato a cui era ridotta quella piazza, avrebbesi potuto giudicar temerario il suo giuramento. Le strade erano tutte coperte di palle, di scaglie, di bombe e di granate; non eravi più un sol fabbricato, una sola muraglia che non fosse traforata, e quasi rovinata dai colpi di cannone. Il puzzo de’ cadaveri infettava l’aria; da qualunque parte si andasse altro non vedevasi che soldati uccisi, o feriti, o storpi; e dopo tutto, i venti contrarj ritardavano la flotta che dovea recare il danaro, e la milizia trovossi senza paga. Il Morosini ne somministrò una porzione del proprio; tale esempio fu imitato da altri ufficiali.
      Finalmente si vide giungere una flotta di 33 vele; queste apportavano danari, munizioni ed i quattro mila Tedeschi già promessi. Quanto i Veneziani si trovarono di ciò consolati ed incoraggiati, altrettanto il gran visir ne fu addolorato.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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