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      Volle altresì, che una tale decorazione fosse perpetua nella famiglia.
      Al principiar della nuova campagna, la squadra si diresse alle rive di Patrasso. Trovò che i Turchi si erano riordinati, ed approntati a combattere. Nello spazio di due ore (a quel che ci assicurano gli storici) ebbe luogo la zuffa, la disfatta, e la fuga de’ Turchi. I Veneziani si resero padroni di Patrasso e di Lepanto co’ suoi forti ed i suoi famosi Dardanelli, ed in oltre di dugento miglia di circonferenza nel golfo di Lepanto, ch’era un asilo di barbari pirati, e l’unico ridotto in que’ mari delle armate nemiche. Poscia il Morosini, inteso avendo che il gran Seraschiere erasi rifuggito a Corinto coi pochi soldati che gli rimanevano, risolse di corrergli dietro colla sua flotta; ma prima ancora di giungervi, seppe che il Seraschiere aveva abbandonata la piazza e ripassato l’Istmo. Immediatamente quindi se ne impadronì, e ne fu ben contento, perchè Corinto era riguardata come la chiave di tutta la Morea. Postavi dentro forte guarnigione, intraprese il giro della Morea, nè trovò altra opposizione che a Malvasìa. La stagione essendo troppo inoltrata, non si arrischiò di tenersi ancor in mare, e si trasferì nel golfo di Egina.
      Non si potrebbe abbastanza descrivere gl’immensi vantaggi riportati da tutte queste conquiste, anche in cannoni, munizioni, viveri, schiavi liberati, uomini atti al remo, galere, ed un gran numero di spoglie nemiche, fra le quali il principale stendardo a tre code del gran Seraschiere.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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